Una storia di peste, guerra e congiura
A.D. 1348 - LA CONGIURA DEI SOPRAVVISSUTI
Anno Domini 1343. Nella colonia veneziana di Tana, al confine dell’impero dei Tartari, una rissa tra mercanti costringe il giovane patrizio Michele Zorzi a fuggire verso oriente insieme al nobile genovese Baliano. Sotto il cielo della steppa, i due stringono un’amicizia destinata ad essere messa innumerevoli volte alla prova. Nel frattempo, in un mondo funestato dal gelo e dalla guerra, un nemico invisibile ma più letale di qualsiasi esercito si avvicina alle porte dell’Europa. Con sé poterà lutto e rovina di cui Michele e Baliano saranno involontari testimoni.
In un affresco del Mediterraneo trecentesco, Giacomo Stipitivich ci conduce attraverso una storia di guerra e tragedia, di complotti, amicizia e speranza.
Un frate costretto a confrontare le sue paure, un nobile furbo e ambizioso, due città martoriate dai conflitti intestini e una moltitudine di uomini e donne rimasti soli al mondo accompagnano il lettore in un’avventura medievale tra battaglie navali, intrighi, pandemie e congiure.
Una grande rievocazione storica che tocca una dimensione epica e tragica, in cui il lettore viene trasportato al tempo del dominio dei Mongoli sulla Russia e l’Ucraina e delle flotte italiane sui mari. Steppe, foreste, colonie mercantili, monasteri, palazzi del potere e campi di battaglia fanno da sfondo ai fatti della vita quotidiana di veneziani e mongoli, greci e genovesi, monaci e fanciulle, patrizi e popolani, dogi e guerrieri.
Stipitivich fa rivivere un’epoca affascinante e dimenticata dove lutto e rinascita si fondono in una storia in cui si intrecciano le vicende di uomini e donne che cercheranno con ogni mezzo di superare la grande tempesta.